Balenciaga autunno inverno 2022-23, omaggio all'Ucraina
Domenica 6 marzo, gli ospiti riuniti al Parc des Expositions du Bourget per la sfilata di Balenciaga autunno-inverno 2022-2023 hanno trovato sulle sedie una maglietta ripiegata con i colori della bandiera ucraina e una lettera di Demna, il direttore artistico della maison, georgiano rifugiato in Germania.
"La guerra in Ucraina ha innescato il dolore di un trauma che mi porto dentro dal 1993, quando la stessa cosa è successa nel mio paese natale e da allora sono diventato per sempre un rifugiato. Per sempre, perché è qualcosa che ti rimane dentro. La paura, la disperazione, la consapevolezza che nessuno ti vuole. Ma ho anche capito cosa conta davvero nella vita, le cose più importanti, come la vita stessa, l'amore umano e la compassione. Questo è il motivo per cui lavorare a questo show questa settimana è stato così difficile per me. Perché in un momento come questo, la moda perde la sua rilevanza e il diritto stesso di esistere. La settimana della moda sembra in un certo senso un'assurdità. Ho pensato per un momento di cancellare la sfilata a cui io e il mio team abbiamo lavorato così tanto e che tutti aspettavamo con ansia. Ma poi ho capito che cancellare questa sfilata avrebbe significato cedere, arrendersi al male, quel male che mi affligge da quasi 30 anni. Ho deciso che non posso più sacrificare parti di me a questa guerra dell'ego senza senso e senza cuore. Questo show non ha bisogno di spiegazioni. È una dedica al coraggio, alla resistenza e alla vittoria dell'amore e della pace".
Il pubblico, davanti a un set immerso nella neve e protetto da schermi di vetro, ha assistito allo spettacolo in un freddo gelido: una tempesta di neve artificiale, che si è via via intensificata, ha sferzato le modelle che arrancavano in passerella, un richiamo ai fenomeni meteorologici e all'effetto dirompente che questi hanno sulle stagioni, invitandoci a ripensarle.
Balenciaga, la sfilata tra riferimenti alla realtà e innovazione
La sfilata si è aperta con la voce fuori campo di Demna che leggeva una poesia ucraina, cui è seguita una una moda ridotta all'essenziale, con pletora di look in gran parte neri e da borse a forma di sacco che sembravano riflettere la realtà dei rifugiati di oggi. Abiti e tute elasticizzate ibridi, sneakers e scarpe integrate, i motivi floreali delle prime collezioni, trench e faux fur over e maxi piumini. Balenciaga ancora una volta ha messo l'accento sull'upcycling, in particolare con l'uso del nastro da imballaggio logato, che è stato trasformato in una tuta - indossata da Kim Kardashian in prima fila - o in cinture per abiti e pantaloni, mentre le tracolle sono state realizzate con gli stivali star della maison, Cagole e Rodeo.
Filo conduttore di ogni collezione Balenciaga, l'innovazione è ancora una volta messa al servizio dell'ambiente con il lancio dell'Epheatm, un materiale all'avanguardia ricavato dal micelio, l'apparato vegetativo dei funghi, usato come alternativa organica alla pelle per realizzare un cappotto lungo fino a terra. A chiudere la sfilata, due silhouette nei colori della bandiera ucraina: un look monocromatico giallo, puffer + cargo pants, e una tuta con strascico azzurro.
Intanto, segnato dalla sua esperienza di profugo, negli ultimi giorni Demna ha annunciato una donazione al World Food Program delle Nazioni Unite per sostenere i primi aiuti umanitari ai rifugiati ucraini, mentre la maison Balenciaga si è impegnata a utilizzare i suoi social network per trasmettere informazioni sulla situazione in Ucraina.
Questo articolo è stato pubblicato originariamente su Vogue Francia